Grand Tour

Grand Tour, grandi tavole

Gli antichi Stati italiani e le loro cucine

1 – Il Regno delle Due Sicilie

Conversazione con Giuseppe Lupo e Maria Canella

Pranzo a tema

Cari Consoci,

il prossimo mercoledì 21 febbraio avrà luogo il primo appuntamento del ciclo di conversazioni e di pranzi a tema dedicato agli antichi Stati italiani con una serata a proposito del Regno delle Due Sicilie: il 21 febbraio 1861, infatti, con l’annessione al neonato Regno d’Italia, terminava la vicenda di questa entità politica, rinata nel 1816 dalle ceneri del cosiddetto Regno di Napoli dopo la tempesta napoleonica che aveva travolto l’Europa continentale intera ad eccezione della sola Sicilia protetta dalla flotta di Nelson.

La denominazione Regno di Napoli, infatti, è sempre stata impropria perché l’organismo politico, che ha avuto per capitale la città partenopea da quando nel 1266 Carlo d’Angiò sconfisse Manfredi di Hohenstaufen, era in realtà quello stesso Regnum Siciliae conferito in feudo dall’antipapa Anacleto II al gran conte Ruggero II nel lontano 1130, in un tentativo di legittimazione reciproca che, pur essendo privo di qualunque base giuridica (il sovrano titolare dell’Italia meridionale, infatti, rimaneva l’imperatore di Bisanzio, ma questa sottigliezza, agli occhi dei normanni, non contava molto più di quanto fosse avvenuto con i precedenti occupanti arabi), fu coronato, almeno nella prospettiva di Ruggero, da un completo successo, procurandogli una corona che sarebbe poi passata alle case di Svevia, d’Angiò, d’Aragona, d’Asburgo, di Savoia e di Borbone.

Ed è proprio la dualità fra una Sicilia divenuta aragonese dopo i Vespri del 1282 e una Napoli rimasta agli Angiò, tuttavia, ad avere determinato la divisione, mai completamente rimarginata (neppure dopo la riunificazione, avvenuta all’inizio del ’500, della duplice corona sulla singola testa, spagnola, di Ferdinando il Cattolico), fra un Regnum Siciliae ultra Pharum (la Sicilia-Sicilia) e un Regnum Siciliae citra Pharum (Napoli e gli altri feudi peninsulari), divisione che sta all’origine anche della denominazione “Regno delle due Sicilie” adottata, con sintesi mirabile della vicenda storica, ma con un certo sprezzo del ridicolo, dagli ambasciatori delle potenze europee al tavolo del congresso di Vienna.

La serata avrà inizio, alle 19, con una conversazione intorno all’eredità del Regno delle Due Sicilie nello Stato unitario, condotta da Maria Canella con il professor Giuseppe Lupo, ordinario di letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e proseguirà intorno alle ore 20,30 con un pranzo, dedicato alle monumentali preparazioni della cucina del Regnum utriusque Siciliae, nelle sue declinazioni ultra e citra Pharum, che traggono la loro eccezionalità dallo straordinario connubio fra un ventaglio in fondo limitato di ingredienti offerti da una produzione agricola largamente basata sul latifondo e l’arte dei mitici Monsù, i cuochi francesi impiegati, non tanto e non soltanto in quella reale, quanto anche e soprattutto nelle tantissime piccole (ma non troppo) corti dei grandi signori che hanno dominato i territori del Regno fino alla caduta dei Borboni.

Il costo del pranzo, a buffet, sarà di 45 Euro a persona per un numero massimo di 64 partecipanti.

Le prenotazioni e le disdette dovranno pervenire entro lunedì 19 febbraio

(per le disdette che giungessero oltre tale data il costo della serata sarà comunque addebitato sempre che non subentri un consocio in lista d’attesa).

Per partecipare, cliccare il pulsante “ISCRIVITI” qui sotto.

Si raccomanda d’informare i propri ospiti che la sera in foresteria è indispensabile l’abito scuro.

Cordiali saluti,

IL DIRETTORE ALLA CULTURA                                 IL DIRETTORE ALLA CUCINA

Francesco Daniel Donati de’ Conti                                        Romualdo  Richichi