Grand Tour, grandi tavole Gli antichi Stati italiani e le loro cucine

2 – Il Granducato di Toscana

Conversazione con Fabio Laversa e Maria Canella

Pranzo a tema

Cari Consoci,

il prossimo 14 marzo avrà luogo il secondo appuntamento del ciclo di conversazioni e di pranzi sugli antichi Stati Italiani che sarà dedicato al Granducato di Toscana: sebbene le operazioni di voto furono condotte con una certa disinvoltura, infatti, il 15 marzo 1860 la Suprema Corte di Cassazione convalidava il plebiscito di ratifica dell’annessione del Granducato di Toscana occupato l’anno precedente dalle truppe piemontesi al Regno d’Italia, ponendo fine alla vicenda storica di quello, fra gli Stati preunitari, che ha goduto sempre della fama migliore.

Nonostante la “normalizzazione” medicea, che nel corso ‘500 poneva definitivamente termine alla forma di governo repubblicana di  Firenze e alla fiera indipendenza delle altre entità territoriali toscane, con l’eccezione di Lucca (la conquista definitiva della Repubblica di Siena, già riparata a Montalcino, e il conseguente acquisto del titolo granducale da parte di Cosimo I risalgono al 1559), infatti, da un lato, il fatto che nei tre secoli precedenti la Toscana, dopo avere assistito alla nascita della pittura europea e della letteratura italiana,

sia stata la “culla del Rinascimento” e, dall’altro lato, il carattere illuminato delle successive dominazioni dei Lorena/Asburgo-Lorena, hanno tenuto il Granducato al riparo delle accuse di immobilismo e di arretratezza mosse dalla storiografia risorgimentale verso gran parte degli altri Stati preunitari.

La peculiarità toscana, che è stata di certo favorita, se non addirittura determinata, non soltanto da una conformazione geografica particolarmente felice ma anche dalla inestinguibile competitività dei suoi abitanti, peraltro, sembra sopravvivere ancora oggi in quella che forse è la sola regione italiana a essere riuscita a coltivare una straordinaria eredità dal passato senza sacrificare un considerevole dinamismo testimoniato dalle tantissime “eccellenze” in settori quali la moda e la produzione vitivinicola.

La serata avrà inizio, alle 19, con una conversazione intorno allo sviluppo del Granducato di Toscana, condotta da Maria Canella con il professor Fabio Laversa, ordinario di storia economica presso l’Università degli Studi di Pisa, e proseguirà intorno alle ore 20,30 con un pranzo, dedicato a una selezione di piatti, più e meno noti, della cucina tradizionale toscana, che essendo forse l’unica fra quelle italiane a essere basata anche su materie prime “nobili” (quali tagli pregiati di razze bovine e suine “d’eccellenza” – si pensi alla Chianina, alla Cinta senese, ma anche al Mucco pisano), ed essendosi sviluppata in un contesto di benessere relativamente diffuso, non comune nella seconda età moderna, fa di una genuina semplicità il suo più grande punto di forza, ponendosi per molti versi agli antipodi rispetto alla cucina meridionale.

Il costo del pranzo sarà di 50 Euro a persona per un numero massimo di 74 partecipanti seduti.

Le prenotazioni e le disdette dovranno pervenire entro lunedì 11 marzo, (per le disdette che giungessero oltre tale data il costo della serata sarà comunque addebitato sempre che non subentri un consocio in lista d’attesa).

Per partecipare, cliccare il pulsante “ISCRIVITI” qui sotto.

Si raccomanda d’informare i propri ospiti che la sera in foresteria è indispensabile l’abito scuro.

Cordiali saluti,

IL DIRETTORE ALLA CULTURA                                 IL DIRETTORE ALLA CUCINA

Francesco Donati de’ Conti                                                    Romualdo Richichi